Clicca per ingrandire

da L'estate dell'altro millennio:

(...) C'erano le tagliatelle coi pìselli, buonissime, e le polpette. Antonietta mangiava ch'era una bellezza guardarla: ma come dìavolo faceva a rìmanere così magra?
Si misero a parlare del pìù e del meno e lui raccontò ad Antonietta la favola della bella e la bestia. Dopo la bambina era stanca e andò a dormire. Rimasero soli nella stanza: la notte senza luna, ma limpida e piena di stelle.
«Usciamo» disse lei e Marco capì che non sopportava di stare sola con l'amante, nella casa sua, di suo marito e di Antonietta. Presto superarono il paese e s'inoltrarono in un canalone.
«Le lucciole» esclamò Marco, «tante, non ne ho mai viste così tante, sono milìonì!»
Il canalone era tutto un brulicare di lucciole, e anche l'erba e gli alberi intorno.
Lui la prese per il braccio.
«È bellissimo» dìsse lei, «guarda in alto! »
Anche le stelle erano fitte: sopra dì loro, a perpendicolo, l'Orsa Maggìore.
Lui la baciò piano.
«È bellissimo qui!»
«Ma domani non ci sarai...»
«No, non ci sarò, ma non dipende da me, bisogna partire.»
«È vero» c'era nella sua voce un accento insolito, «ognuno deve riprendere la propria strada.»
«Perchè parli così?»
«Pensa se Antonietta sapesse quello che fa sua madre, mentre il padre suo è prigioniero nell'altro capo del mondo!»
«Te l'ho già detto, niente colpe, ognuno cerca dì sopravvivere. Non è colpa nostra se la guerra ci sparpaglia in giro per il mondo.»
«È vero» riprese lei più dolcemente, «ma se una è madre, madre rimane e deve comportarsi da madre.»
Lui riprese a baciarla ma la donna era assente.
«Marco, non voglio fare all'amore, però ti voglio bene e molto.»
Lui si fermò: ma aveva una gran voglia, era deciso a superare ogni resistenza. Cristo, anche lei doveva aver voglia e poi domani partiva e loro non si rivedevano per sempre.
«Marco vorrei stare qui senza far niente, accucciata per terra, vicino a te.»
E si accoccolarono tra l'erba. Le lucciole crescevano a vista d'occhio, salivano nel cielo, confuse con le stelle.
E lei gli strinse la testa sulla spalla: ma non c'era desiderio, solo un gran bisogno di conforto.
«Non posso fare l'amore, Antonietta dorme qui vicino, dopo mi rode il cuore tutta la vita.»
«Va bene, stai buona così, guardiamo le luci.»
E la strinse a se, strofinò la guancia alla sua. Stettero così ore, con parole rade e le carezze.
Poi lui si alzò, la baciò sulla guancia, cominciò a camminare tra le lucciole, senza mai voltarsi.

PAGINA 3
 
 
< Home >.. < Poetry > ..< Novels > ..< Critical Essays >...< TV> ..< Biography > ..< Press > ..
 
 
© Umberto Piersanti - Powered by Visystem
Best view I.E. 800 x 600

Home Page